L’indagine di Cosmopolitan sulla salute mentale dei giovani: l’approfondimento del team Humanitas PsicoCare

“Come stai? Tutto ok? Spero che questa email ti trovi bene”

Queste frasi, apparentemente banali, racchiudono un concetto profondo: il benessere. Un tema che, soprattutto per la Generazione Z, assume un’importanza cruciale nell’era iperconnessa dei social media. Nata tra il 1997 e il 2012, la Gen Z ha vissuto in prima persona gli effetti della pandemia, perdendo due anni cruciali del proprio sviluppo. La relazione con l’altro, fondamentale in questa fase della vita, si è spesso ridotta a una dimensione digitale, con conseguenze significative sul benessere mentale.

Partendo da queste riflessioni, Cosmopolitan ha lanciato “La Grande Inchiesta sul Corpo e la Salute Mentale”, un’indagine anonima con oltre 5.000 partecipanti tra i 18 e i 30 anni. Attraverso 22 domande, l’inchiesta ha esplorato la percezione del sé, il rapporto con il corpo, l’impatto dei social e il benessere psicologico della Gen Z. 

Con l’aiuto del prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico Humanitas Psico Care e docente Humanitas University, ne abbiamo indagato i risultati.

I risultati: una panoramica complessa

L’indagine ha rivelato un quadro complesso e sfaccettato. Un dato su tutti: il 63% dei giovani non si prende cura della propria salute mentale quanto vorrebbe. 

 “Stare bene con me stess*” è la risposta più ricorrente alla domanda sul benessere, seguita da “non avere preoccupazioni o ansie”. Emerge un forte desiderio di crescita personale e di realizzazione, ma anche una diffusa paura del futuro e un senso di inadeguatezza.

«Il problema è reale ed è dovuto a diversi fattori, dal cambio di marcia culturale che ha investito i giovani e i loro genitori, alla pandemia che ha interrotto i contatti fisici fino alla mancanza di educazione sociale e di strumenti di supporto per agire sul mondo dei ragazzi». 

«Il momento di transizione arriva intorno ai 23 anni, quando a livello cerebrale la parte salda del cervello si collega a quella emozionale, e si stabilizzano i comportamenti». 

Ansia: un’amica-nemica

L’ansia è un tema centrale nelle risposte dei giovani. Se da un lato rappresenta un’emozione naturale che ci aiuta ad affrontare le sfide, dall’altro può diventare disfunzionale e ostacolare il nostro benessere, il 94% dei giovani dichiara di avere avuto difficoltà legate all’ansia. 

La paura del giudizio altrui, l’insicurezza e la sensazione di non essere all’altezza sono tra le principali fonti di ansia per la Gen Z.

“Felicità e sorpresa, ma anche paura, rabbia, disgusto, tristezza. Delle sei emozioni primarie, ben quattro sono emozioni negative. Il benessere non può coincidere con l’assenza di emozioni, e per questo diventa fondamentale saper riconoscere e accettare anche le emozioni negative”. 

Il corpo e l’autostima

L’immagine di sé e il rapporto con il proprio corpo sono aspetti cruciali per il benessere mentale. 

L’indagine evidenzia una forte insoddisfazione in questo ambito, con molti giovani che desidererebbero cambiare qualcosa del proprio aspetto, il 57% dei giovani usa filtri quando pubblica foto sui social. La vergogna a parlare dei propri problemi e la paura di essere giudicati ostacolano la ricerca di aiuto e di supporto.

«Si sta cercando di normalizzare l’idea che ogni corpo è bello e diverso, ma l’impatto di questo cambio culturale lo vedremo nel tempo. I ragazzi della Gen Z sono meno legati agli stereotipi, sono più liberi, tolleranti verso le diversità. E questo è il punto di partenza per costruire il loro futuro».

Scopri il team Humanitas PsicoCare 

Riguarda l’intervento completo 

I risultati sono stati presentati all’interno del palinsesto di #CosmoIAM, durante la Design Week di Milano sabato 20 aprile 2024. 

Il prof. Giampaolo Perna, direttore scientifico Humanitas PsicoCare e docente Humanitas University ha dialogato con Lavinia Farnese, Direttore di Cosmopolitan

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