Che cos’è la salute mentale?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la salute mentale come uno “stato di benessere in cui l’individuo realizza le proprie capacità, riesce a far fronte ai normali stress della vita, riesce a lavorare in modo produttivo e fruttuoso ed è in grado di dare un contributo alla propria comunità“. La salute mentale è una componente essenziale della salute generale, fondamentale per il benessere individuale e collettivo. Inoltre, è un diritto umano ed è cruciale per lo sviluppo personale, in qualsiasi fase della vita, dall’infanzia e dall’adolescenza, fino all’età adulta. Secondo la stessa OMS “non c’è salute senza salute mentale”. Nonostante ciò, nel mondo oltre un miliardo di persone, una persona su otto, soffre di problemi di salute mentale, con ripercussioni non solo sul benessere psicologico, ma anche sulla salute fisica, sulle relazioni interpersonali e sulle prospettive lavorative.

Ce ne parla il Professor Giampaolo Robert Perna, docente presso Humanitas University, responsabile del Centro per i Disturbi d’Ansia di Humanitas San Pio X e Direttore scientifico di Humanitas Psico Care, nonché membro della New York Academy of Sciences da oltre 25 anni e dell’American Psychiatric Association (APA). 

Che cos’è un disturbo mentale?

I disturbi mentali si manifestano come sindromi caratterizzate da problemi significativi nel pensiero, nella gestione delle emozioni o nei comportamenti di una persona. Questi disturbi influenzano negativamente il funzionamento mentale. Di solito, sono accompagnati da sofferenza o difficoltà nelle abilità sociali, lavorative e in altre attività quotidiane, compromettendo la qualità della vita delle persone che ne soffrono.

I disturbi mentali comprendono condizioni come ansia, depressione, psicosi e dipendenza da alcol o droghe. Questi disturbi possono insorgere a seguito di esperienze stressanti, ma talvolta si manifestano anche in loro assenza.

Quando parliamo di disturbi mentali è fondamentale distinguere il disagio mentale secondario a difficoltà di vita o a eventi negativi, dalle malattie mentali vere e proprie che sono l’espressione di un meccanismo cerebrale disfunzionale. Nel primo caso, è importante aiutare la persona a superare la fonte del disagio o a adattarsi in maniera funzionale alla situazione che gli crea disagio; nel secondo caso, è molto importante impostare un piano terapeutico vero e proprio per ritrovare un funzionamento mentale normale.

La salute mentale è solo l’assenza di disturbi mentali?

La salute mentale non è semplicemente l’assenza di disturbi mentali. Analogamente al corpo che può essere sano o ammalato e quando è sano, può essere più o meno in forma. Così dal punto di vista mentale possiamo non avere un vero e proprio disturbo mentale, quindi essere “psichicamente sani”, ma sentirci fragili, stressati, vulnerabili ed essere invasi da emozioni negative oppure sentirci sereni, coerenti, in armonia con noi stessi. Per raggiungere lo stato di benessere mentale è quindi importante lavorare su noi stessi per trovare il giusto equilibrio tra i nostri desideri, le richieste della realtà e l’ambiente relazionale e lavorativo in cui ci troviamo immersi.  

Da cosa può essere influenzata la salute mentale?

La salute mentale è influenzata da una combinazione di fattori individuali, sociali e ambientali.

Tra questi troviamo:

  • Fattori biologici e psicologici, come la genetica, la gestione delle emozioni e l’uso di sostanze.
  • Fattori sociali, come la povertà, la violenza e la disuguaglianza economica.
  • Fattori ambientali, che includono l’esposizione a situazioni di crisi o conflitti geopolitici.

Identificare e chiarire il ruolo di questi fattori e la loro reciproca interazione è importante per trovare la chiave comportamentale per ottimizzare il benessere mentale. 

Come possono influire l’infanzia e l’adolescenza sulla salute mentale?

Le esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza possono avere un impatto significativo sulla salute mentale a lungo termine. Fattori come il bullismo o una crescita in ambienti familiari instabili aumentano il rischio di sviluppare problemi di salute mentale in età adulta. Il maltrattamento infantile è uno dei fattori di rischio più importanti che influenzano lo sviluppo di veri e propri disturbi mentali in età adulta. È fondamentale tutelare l’infanzia e l’adolescenza che rappresentano i momenti chiave determinanti la resilienza e la capacità di adattarsi o meno agli eventi stressanti della vita adulta. Combattere l’abuso e il maltrattamento infantile è imperativo per una vera tutela della salute mentale. Offrire supporto emotivo e sociale adeguato ai giovani è altrettanto importante per costruire una base solida di benessere mentale.

Come migliorare la salute mentale?

Il miglioramento della salute mentale passa attraverso la promozione di stili di vita sani, l’educazione emotiva di adulti e giovani, la promozione di un comportamento prosociale attraverso un’adeguata formazione nell’analisi e modificazione dei comportamenti, la creazione di reti di supporto sociale, l’accesso a risorse e servizi adeguati. È importante anche ridurre le situazioni di isolamento sociale, promuovere l’inclusione e offrire opportunità di sviluppo personale in ambienti favorevoli. Creare ambienti positivi e sostenere le famiglie e le comunità con politiche sociali inclusive aiuta a prevenire l’insorgere di problemi di salute mentale, specialmente tra i giovani. E, quando siano presenti disturbi mentali veri e propri, offrire un supporto medico e psicologico adeguato.

Come prevenire i disturbi mentali?

In un futuro che si presenta sempre più digitale e virtuale è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra le esperienze “reali” e quelle “virtuali”. Da una parte, soprattutto durante l’infanzia è importante regolamentare l’uso di smartphone, internet e social media e favorire i contatti diretti nel mondo reale, le esperienze sensoriali a 360° che coinvolgano il corpo per aiutare lo sviluppo di una forte resilienza e capacità di adattamento e tolleranza della frustrazione. Dall’altra parte il futuro digitale e virtuale non deve essere rifiutato ma conosciuto e approfondito dagli adulti al fine di guidare e proteggere i giovani che inevitabilmente si confrontano e si immergono nel mondo digitale che, al di là dei pericoli di isolamento e superficialità relazionale, presenta straordinarie possibilità di conoscenza e potenziamento.

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