Le vacanze sono il periodo più atteso dagli studenti ma il pensiero dei compiti spesso impedisce loro di godersi appieno le giornate di ozio. Riuscirò a farli tutti? Dovrò sacrificare il mio tempo libero per riuscire a consegnarli? Le preoccupazioni possono essere diverse, per questo è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra riposo e apprendimento. Ce ne parla la dott.ssa Marcella Mauro, psicologa dell’apprendimento di PsicoCare.
Perché i compiti delle vacanze sono un peso per tanti studenti?
Quando finisce la scuola molti studenti possono sentirsi esausti mentalmente ed emotivamente, specie chi ha avuto difficoltà nell’apprendimento o è stato particolarmente sotto pressione.
Tanti ragazzi considerano i compiti delle vacanze come un’ingiustizia, ritenendo che non dovrebbero essere obbligati a lavorare quando tutti gli altri bambini possono godersi il tempo libero senza responsabilità scolastiche.
Questa demotivazione porta tante volte a dubitare anche dell’utilità di questi compiti, molti pensano che non servano all’apprendimento o che non siano comunque sufficienti a ricordare tutto durante le vacanze.
Se il periodo delle vacanze è breve, come in quelle natalizie, gli studenti hanno diritto al riposo e al tempo libero per dedicarsi al gioco e ad altre attività proprie della loro età. Tuttavia, nel caso del periodo estivo non dovremmo sottovalutare l’importanza dei compiti.
A cosa servono i compiti delle vacanze?
In generale agli studenti deve essere concesso il diritto al gioco e al riposo , alle famiglie il diritto di “ritrovarsi” senza l’ossessione dei compiti.
Quando si verificano invece lunghe interruzioni nel percorso educativo, gli studenti infatti possono subire una regressione o una diminuzione del loro apprendimento (“learning loss”), poiché vengono a mancare sia un ambiente di strutturato che l’esposizione regolare ai contenuti scolastici. Questa perdita può riguardare varie aree (come matematica, lettura, scrittura, etc).
Per contrastare la learning loss è necessario incoraggiare una mentalità di apprendimento continuo, in modo da mitigare la perdita e mantenere gli studenti impegnati nel processo di acquisizione di conoscenze e competenze.
Questo non significa concentrarsi solo sui compiti ma approfittare delle vacanze per esplorare nuovi interessi e passioni, per ampliare la propria conoscenza -oltre a quanto richiesto dal programma scolastico – anche alle proprie passioni, come l’astrologia, gli animali, lo sport.
Inoltre, i compiti insegnano agli studenti l’autodisciplina e la gestione del tempo: imparano a pianificare, stabilire priorità e adottare strategie di studio efficaci. Abilità sono fondamentali per il successo accademico che possono essere applicate in molte altre sfere della vita.
Cosa possono fare i genitori per aiutare nei compiti delle vacanze?
Per tanti genitori i compiti con i propri figli rappresentano una sfida, una fonte di discussioni e stress.
In tanti, quando i figli non rispettano le proprie responsabilità, ne soffrono, provano sentimenti di rabbia e frustrazione, si sentono inutili, temono che il proprio figlio non sarà mai all’altezza di qualcosa, oppure, si sentono in colpa per non aver fatto un lavoro abbastanza buono come genitori.
In questi casi è fondamentale ricordare che non è il figlio a provocare queste emozioni ma che questi sentimenti già ci appartengono. È importante non lasciare che questi stati d’animo ci spingano a chiedere sempre di più per sentirci meglio. Una delle cose più difficili che i genitori devono fare è imparare a calmare le proprie preoccupazioni, anziché chiedere ai figli di farlo per loro. Questo è il primo passo per evitare lotte all’interno della famiglia.
Con la giusta organizzazione e un approccio positivo, i compiti delle vacanze possono diventare un’esperienza piacevole e produttiva.
Cosa fare se un bambino non fa i compiti delle vacanze?
I genitori si chiedono se sia il caso di punire i bambini (o i ragazzi) che non fanno i compiti o se, invece, sia meglio lasciare che le cose vadano come devono andare (se la vedranno che le insegnanti una volta tornati a scuola).
Non possiamo costringere un bambino a fare qualcosa che non ha voglia di fare, ma possiamo strutturare il suo ambiente in modo da aumentare la probabilità che riesca a studiare bene.
Ecco alcuni consigli su come gestire i compiti estivi con i bambini:
· Sottoscriviamo un patto firmato: prima di iniziare, ci si può accordare e firmare (bambino e genitori) un patto che sancisce impegno, modalità e tempistiche di lavoro, con bonus e piccole ricompense se rispettato fino alla fine.
· Pianifichiamo un programma: stabilire un orario fisso ogni giorno in cui i bambini si dedicheranno ai compiti, può essere utile ma non indispensabile. L’importante è farli nell’arco della giornata con quanto stabilito in termini di quantità e impegno. Si possono anche includere intervalli di studio e pause, per mantenere l’attenzione dei bambini e ridurre lo stress (per esempio eseguendo ogni 10 minuti di saltelli sul posto o un giro in giardino).
· Fissiamo degli obiettivi raggiungibili: stabiliamo obiettivi realistici per i compiti estivi. Intervalliamo i compiti più pesanti con quelli più leggeri e celebriamo i successi quando vengono raggiunti. Questo aiuterà i bambini a rimanere motivati e a sentirsi soddisfatti dei progressi compiuti.
· Creiamo un ambiente di studio adatto: assicuriamoci che i bambini abbiano un ambiente tranquillo e ben illuminato in cui possono concentrarsi, rimuovendo le distrazioni come la televisione o i giochi e fornendo loro tutti i materiali necessari (come penne, matite, quaderni, libri di testo, ecc). Dare comunque una merenda che amano, un abbraccio e assicurare una vicinanza può aiutare.
· Forniamo supporto e assistenza: cerchiamo di essere un supporto, non un controllo. Evitiamo di essere troppo invadenti o di prendere il controllo dei compiti dei nostri figli, lasciamo che siano loro a svolgerli. In questo modo, li renderemo più autonomi e responsabili.
· Incoraggiamoli: cerchiamo di mostrare interesse per ciò che stanno facendo ed essere pazienti durante il processo di apprendimento.
· Poniamoci come modello di ruolo: se i bambini vedono che anche il genitore dedica tempo all’apprendimento e fa i suoi compiti o legge libri, saranno più inclini ad emulare il comportamento.
· Promuoviamo l’apprendimento informale: oltre ai compiti assegnati dalla scuola, promuoviamo l’apprendimento informale durante le vacanze, portando i bambini in visite educative, come musei, zoo o parchi tematici, o incoraggiandoli a leggere libri di loro scelta.
· Manteniamo una comunicazione aperta: chiediamo ai nostri figli come si sentono riguardo ai compiti e se hanno bisogno di aiuto. Ascoltiamo le loro preoccupazioni e cerchiamo di trovare delle soluzioni insieme. La comunicazione aperta e il dialogo sono fondamentali per evitare conflitti e risolvere eventuali problemi in modo costruttivo.
Stabilire una routine, creare uno spazio adatto, essere un supporto e non un controllo, fornire incoraggiamento, trasformare i compiti in attività divertenti, promuovere l’equilibrio tra studio e divertimento e mantenere una comunicazione aperta sono tutte strategie utili che possiamo adottare per gestire i compiti delle vacanze dei nostri figli (abbracciare, dimostrare affetto, ridere insieme, sottolineare gli apprezzamenti invece di correggere, istruire, insegnare, urlare, lamentarvi o rimproverare continuamente). I compiti sono un’opportunità per l’apprendimento, ma anche per la crescita personale e il consolidamento dei legami familiari.
È nostro compito correggere e rimproverare ma è importante fare uno sforzo affinché ogni volta sia eseguito con interazioni positive. Il cervello umano ricorda molto di più gli episodi negativi che quelli positivi (la maggior parte dei bambini sarà felice di ascoltare e farsi guidare dalle persone positive), ricordandoci che ogni bambino è diverso e potrebbe richiedere approcci differenti per motivarsi.