La terapia farmacologica del Disturbo di Panico

In genere arrivano in maniera repentina, senza neanche lasciarci il tempo di rendercene conto. Successivamente, tendono poi a scatenenarsi proprio nelle situazioni in cui temiamo che arrivino, come sui mezzi pubblici, nei luoghi affollati, o quando siamo in casa da soli. 

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi caratterizzati dalla comparsa di ansia acuta, paura e disagio, accompagnati da sintomi somatici, come senso di soffocamento, fatica a respirare, palpitazioni, senso di svenimento, e/o cognitivi, come paura di morire o di perdere il controllo. 

Possono essere più frequenti in periodi di forte stress e stanchezza ma anche capitare durante il sonno, causando un risveglio improvviso, e spesso arrivano a condizionare e compromettere il nostro stile di vita. 

In media durano dai 2 ai 10-15 minuti anche se la percezione della persona che li prova è che siano decisamente più lunghi. 

Quando diventano frequenti nel tempo e disturbanti si parla di Disturbo di panico. In questi casi sono disponibili diversi trattamenti farmacologici che consentono di bloccare gli attacchi e di recuperare la propria serenità di vita. Vediamoli insieme alla dott.ssa Daniela Caldirola, psichiatra di PsicoCare.

Quando viene indicata la terapia farmacologica per il Disturbo di panico?

La terapia farmacologica è indicata quando gli attacchi di panico si ripetono e la loro ricorrenza causa una compromissione della qualità di vita. Spesso il paziente ha il timore che l’attacco possa arrivare da un momento all’altro (ansia anticipatoria) e di poter riportare delle conseguenze fisiche e/o emotive dagli stessi. 

Frequentemente la persona con Disturbo di panico modifica anche il proprio comportamento a causa degli attacchi, ad esempio tende a evitare situazioni o contesti in cui teme che l’attacco di panico possa manifestarsi (evitamento fobico). 

Infine, la terapia farmacologica è indicata anche nelle persone che, pur non avendo più attacchi di panico conclamati, provano sintomi di panico “sottosoglia” nella vita quotidiana, come mancanza di fiato, senso di instabilità, battito cardiaco accelerato, che possono presentarsi in maniera anche continuativa nella giornata. Il persistere  di questi sintomi può contribuire al mantenimento dell’ansia anticipatoria e/o dell’evitamento.           

Chi può sottoporsi al trattamento farmacologico?

Chiunque ne abbia bisogno. Non ci sono criteri di esclusione specifici poiché abbiamo a disposizione una gamma di farmaci tra cui poter scegliere quello più adatto ad ogni persona. Nell’ottica della terapia personalizzata, viene scelto il farmaco più idoneo tenendo conto non solo del tipo di sintomi ma anche delle caratteristiche individuali, quali l’età, il peso, eventuali altre malattie mediche e/o altri trattamenti medici in corso, la fase di vita (ad esempio per le donne, età fertile o menopausa), lo stile e le abitudini di vita, che vengono valutate con un’attenta raccolta di informazioni durante il colloquio clinico con la persona.        

Quali sono i trattamenti farmacologici disponibili per il Disturbo da attacchi di panico?

Sono disponibili diversi trattamenti farmacologici per il Disturbo di panico. I farmaci di prima scelta appartengono alla categoria degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs) e degli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRIs) che presentano elevate efficacia e tollerabilità. In situazioni specifiche, possono anche essere usati farmaci della categoria degli antidepressivi triciclici e benzodiazepine. 

Gli antidepressivi triciclici sono oggi meno usati nella pratica clinica rispetto ai farmaci di prima scelta poiché presentano un profilo di tollerabilità meno favorevole che include effetti collaterali quali stitichezza, secchezza delle fauci e possibili effetti negativi sulla funzionalità cardiaca soprattutto in persone affette da malattie cardiache. 

Quando necessario, le benzodiazepine possono essere utilizzate in associazione a SSRIs o SNRIs nella fase iniziale della terapia come supporto aggiuntivo, per poi essere gradualmente sospese una volta raggiunto l’effetto terapeutico completo degli SSRIs/SNRIs     

Quali sono i benefici della terapia farmacologica per il Disturbo di panico?

Il principale beneficio della terapia farmacologica antipanico è quello di ottenere il blocco completo sia degli attacchi di panico conclamati sia dei sintomi di panico “sottosoglia” e di favorire quindi una progressiva diminuzione dell’ansia anticipatoria e dell’evitamento fobico. L’effetto terapeutico di blocco dei sintomi di panico si ottiene dopo alcune settimane di terapia farmacologica. L’effetto benefico si mantiene stabile nel tempo durante la terapia che deve essere assunta per diversi mesi allo scopo di garantire la persistenza del benessere anche alla sospensione della stessa.        

Le terapie di prima scelta oggi a disposizione possono avere degli effetti collaterali, quali ad esempio la tendenza ad incrementare l’appetito e il peso, ma in generale essi sono limitati e, se si presentano, vengono discussi con la persona durante i colloqui clinici e affrontati insieme con diverse strategie. 

Il beneficio finale della terapia personalizzata antipanico è quello del raggiungimento del completo benessere psicofisico.   

Come funziona la terapia farmacologica per il Disturbo di panico?

I farmaci antipanico agiscono modulando alcuni sistemi di neurotrasmettitori, soprattutto il sistema della serotonina, che a loro volta regolano alcune aree cerebrali coinvolte nella comparsa degli attacchi di panico. La modulazione dei neurotrasmettitori consente di bloccare il sistema di “allarme interno” che fa scatenare l’attacco di panico. Inoltre molti farmaci antipanico migliorano e alleviano direttamente alcune manifestazioni fisiche del panico, come la mancanza di fiato o il senso di sbandamento, grazie ad un loro effetto positivo sul funzionamento di diversi sistemi corporei.                

La terapia farmacologica è sufficiente a trattare il Disturbo di panico?I trattamenti farmacologici a disposizione hanno un’elevata efficacia sul blocco degli attacchi di panico spontanei. Se però la persona continua a presentare comportamenti di evitamento fobico o altre preoccupazioni correlate al panico che interferiscono con la qualità di vita, si può intraprendere un percorso psicologico di tipo cognitivo-comportamentale che aiuta a ripristinare la completa autonomia e benessere personale. Nel percorso cognitivo-comportamentale possono anche essere apprese tecniche molto utili che la persona può applicare nella vita di tutti i giorni per controllare meglio alcuni sintomi fisici del panico, come ad esempio tecniche respiratorie.     

Trova lo specialista che fa per te