Dislessia nell’adulto, come riconoscerla e gestirla?

La dislessia fa parte dei cosiddetti “disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)”, ovvero disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto.

Tende a manifestarsi più spesso nei primi anni di scuola elementare con difficoltà nella lettura e scrittura (i bambini invertono o sostituiscono le lettere, come la f con la v, la m con la n, la a con la e, la p con la q, oppure omettono lettere, parole o numeri), nella comprensione del testo o nell’apprendere alcune attività (come leggere l’ora o allacciarsi le scarpe).

Tuttavia, la dislessia (come tutti i disturbi dell’apprendimento) può essere diagnosticata anche tardivamente quando, con l’avanzare della scolarizzazione, aumentano le richieste prestazionali sul piano della lettura, della scrittura e del calcolo.

Riconoscerla è fondamentale per aiutare queste persone non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nel mondo del lavoro. La dislessia, infatti, può accompagnare la persona anche nell’età adulta.

Ce ne parla la dott.ssa Marcella Mauro, psicologa dell’apprendimento presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano e specialista di PsicoCare.

Come riconoscere la dislessia negli adulti? 

La dislessia negli adulti può manifestarsi in diversi modi. Per esempio, alcune persone leggono molto lentamente, senza tuttavia commettere errori di decifrazione; altre leggono più velocemente ma con un’accuratezza inferiore  (devono autocorreggersi continuamente, hanno esitazioni, fanno errori di anticipazione basati sulla prima sillaba della parola che penalizza la comprensione del testo).

Inevitabilmente l’affaticamento durante la decodifica, più o meno importante, porta ad un evitamento della lettura; infatti, molti dislessici adulti, anche se migliorati nel tempo, provano poco piacere a leggere o continuano ad avere problemi a leggere ad alta voce.

Nel parlato, invece, la persona può avere:

·   Problemi nell’eloquio (mancanza di scioltezza e di un linguaggio preciso)

·   Difficoltà a pronunciare nomi di persone e luoghi in modo corretto (la persona inciampa su parti di parole) o a ricordare (il soggetto tende a confondere nomi che hanno lo stesso suono)

·   Difficoltà a recuperare le parole (ha spesso momenti in cui dice “mmh come si chiama? Ce l’ho sulla punta della lingua”)

·   Un vocabolario parlato inferiore al vocabolario di comprensione

·   Fatica nell’acquisizione delle lingue straniere, in particolare nello scritto

Nella vita scolastica universitaria, la persona dislessica tende ancora a sentirsi incapace o si preoccupa che i compagni la giudichino tale, è penalizzata dai test a risposta multipla; impiega più tempo per lo studio. Nella quotidianità può faticare ad eseguire correttamente i compiti amministrativi routinari (per esempio, confonde giorni e orari), a ricordarsi le strade percorse più volte, a confondere destra e sinistra.

Nell’ambiente di lavoro, la persona dislessica:

·   Evita di leggere ad alta voce durante le riunioni

·   Evita di parlare in pubblico quando possibile

·   Deve leggere più volte le e-mail prima di comprenderle

·   Ha difficoltà di fronte ai caratteri tipografici non familiari o ai materiali scritti a mano

·   Fa eccessivo affidamento sul controllo ortografico e su altri strumenti di scrittura informatizzati

·   Si annoia o si distrae facilmente durante la lettura di documenti lunghi

·   Non apprezza il lavoro amministrativo, come la compilazione di moduli ripetitivi

·   Cerca strategie di coping per nascondere le difficoltà ai colleghi

Quali sono i punti di forza della persona dislessica?

Come dicevamo, spesso le persone dislessiche, compensano con altri punti di forza:

·   Hanno un’elevata capacità di apprendimento

·   Mostrano un notevole miglioramento nelle prestazioni quando gli viene concesso del tempo aggiuntivo (soprattutto per gli esami a scelta multipla)

·   Dimostrano eccellenza quando si concentrano su un’area altamente specializzata più vicina ai loro interessi (come la medicina, le politiche pubbliche, la finanza, l’architettura o le scienze di base)

·   Hanno buone capacità di scrittura se l’attenzione è rivolta al contenuto e non all’ortografia

·   Riescono ad esprimere bene di idee e sentimenti;

·   Hanno un’ottima empatia con le persone 

·   Hanno una buona memoria visiva 

·   Hanno un’inclinazione a pensare fuori dagli schemi e a vedere il quadro d’insieme 

·   Dimostrano una notevole resilienza e capacità di adattamento

Come viene trattata la dislessia negli adulti?

Non esistono farmaci in grado di trattare o curare la dislessia, in quanto è semplicemente una caratteristica neurobiologica. Si offrono alla persona strumenti e strategie utili per facilitare la lettura, la scrittura e altre abilità che sono influenzate da questo disturbi, come computer, registratori digitali e smartphone.

In questo modo, liberandosi di alcuni sforzi per loro necessari, possono concentrarsi sulle parti del lavoro che sanno fare meglio.

Può lavorare una persona dislessica?

Certamente. Inoltre, la legge 25/2022 del 29 marzo 2022, ha introdotto i diritti fondamentali per le lavoratrici e i lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento, aiutando queste persone a sfruttare al meglio i propri punti di forza e a ridurre al minimo le difficoltà che potrebbe incontrare a causa della dislessia.

Un traguardo importante per più di un milione di lavoratori italiani che hanno così la possibilità di dichiarare liberamente la propria condizione, di chiedere e poter accedere all’uso di tutti gli strumenti compensativi (come il computer con sintesi vocale, la calcolatrice, schemi e formulari oltre a tempo aggiuntivo per i test di selezione scritti) per poter lavorare meglio.

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