La derealizzazione e la depersonalizzazione sono sintomi dissociativi spesso presenti nei disturbi d’ansia, caratterizzati rispettivamente da una percezione alterata della realtà e da un distacco dal proprio sé. Comprendere i meccanismi sottostanti può aiutare a gestirli e a ridurre il loro impatto sulla vita quotidiana.
Ce ne parla il dottor Alessandro Spiti, psichiatra di Humanitas PsicoCare.
Cosa sono la derealizzazione e la depersonalizzazione nei disturbi d’ansia?
La derealizzazione e la depersonalizzazione sono fenomeni dissociativi che possono insorgere in condizioni di forte stress o ansia. La derealizzazione si manifesta con una percezione alterata dell’ambiente circostante, che appare estraneo o privo di vividezza. Al contrario, la depersonalizzazione, provoca un senso di distacco dalla propria identità (ovvero il senso di sé che ciascuno sviluppa e percepisce nel corso della vita, influenzato da fattori personali, culturali, sociali e relazionali) o dal proprio corpo. Questi fenomeni sono spesso legati all’iperattivazione dell’amigdala, una struttura cerebrale coinvolta nella risposta alla paura (quando il cervello attiva meccanismi di difesa per proteggersi da un sovraccarico emotivo).
Quali sono i sintomi della derealizzazione e della depersonalizzazione?
I sintomi della derealizzazione includono la sensazione che il mondo appaia distorto, irreale o avvolto in una nebbia. Chi soffre di depersonalizzazione, invece, descrive una sensazione di distacco dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se si fosse spettatori della propria vita. Questi sintomi possono generare paura e disorientamento, intensificando il ciclo ansioso.
Quali sono le cause della derealizzazione e depersonalizzazione nei disturbi d’ansia?
Le cause di derealizzazione e depersonalizzazione sono complesse e spesso coinvolgono una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. L’ansia intensa e lo stress cronico sono tra i principali fattori scatenanti, in quanto mettono il cervello in uno stato di allerta continua.
Qual è la relazione tra derealizzazione, depersonalizzazione e agorafobia?
La derealizzazione e depersonalizzazione sono strettamente legate all’agorafobia. I pazienti che soffrono di disturbo di panico, in particolare con sintomi psicosensoriali (come la derealizzazione e la depersonalizzazione) sono più predisposti a sviluppare agorafobia, ovvero la paura degli spazi aperti. Questi sintomi intensificano la percezione di vulnerabilità, portando a evitare le situazioni percepite come pericolose. Anche quando i sintomi di panico si riducono, l’agorafobia può persistere a causa della continua presenza di sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione.
Quali sono gli effetti della derealizzazione e della depersonalizzazione sulla vita quotidiana?
I sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione possono influire notevolmente sulla qualità di vita. Le persone che ne soffrono possono avere difficoltà di concentrazione, a prendere decisioni e a mantenere relazioni sociali. La sensazione di disconnessione dall’ambiente o dal proprio corpo può incrementare il senso di isolamento e peggiorare l’ansia, innescando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Come si trattano derealizzazione e depersonalizzazione nei disturbi d’ansia?
Il trattamento per la derealizzazione e la depersonalizzazione mira principalmente a ridurre l’ansia e gestire i fenomeni dissociativi. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso utilizzata per aiutare i pazienti a riconoscere e modificare i pensieri che alimentano l’ansia e la dissociazione. Inoltre, tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica possono essere utili per ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico. Nei casi più gravi, è possibile ricorrere a un trattamento farmacologico con antidepressivi serotoninergici e/o ansiolitici, sempre sotto la supervisione di uno specialista.
Esistono strategie preventive che possono aiutare a ridurre questi sintomi?
Prevenire la derealizzazione e la depersonalizzazione nei disturbi d’ansia richiede una gestione efficace dell’ansia e dello stress. Adottare uno stile di vita sano, con esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata e un buon ritmo sonno-veglia può aiutare a ridurre il rischio di episodi dissociativi. È essenziale, inoltre, che chi soffre di questi sintomi collabori con un professionista della salute mentale per sviluppare strategie di coping personalizzate (ovvero, metodi e comportamenti per gestire lo stress, affrontare difficoltà emotive e superare situazioni problematiche, grazie alla capacità di “far fronte” o “adattarsi” a situazioni sfidanti). Con il giusto supporto e trattamento, è possibile ridurre significativamente l’impatto di questi fenomeni e migliorare la qualità della vita.
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