Cos’è il mind-wandering?

Il mind-wandering è la naturale tendenza della mente a vagare, spostando l’attenzione da un argomento all’altro in breve tempo. Questo fenomeno, parte integrante della mente umana, porta spesso a riflettere su eventi passati o a immaginare situazioni future che potrebbero non avverarsi mai.

Questa funzione mentale è considerata un traguardo dell’evoluzione umana, perché permette di:

·  pianificare

·  apprendere

·  ipotizzare

·  immaginare

·  sognare ad occhi aperti.

Tuttavia, il mind-wandering eccessivo può avere costi emotivi significativi. Quando la mente vaga troppo, diventa difficile controllare. Pensare costantemente a situazioni passate, ormai immodificabili, o preoccuparsi per eventi che potrebbero non verificarsi mai, può rendere infelici.

Ad esempio, se occorre preparare un esame universitario o leggere urgentemente una relazione di lavoro, il mind-wandering può far perdere tempo prezioso. Trovarsi a rileggere lo stesso paragrafo più volte perché distratti da altri pensieri può compromettere la capacità di studiare efficacemente o essere produttivi sul lavoro. Questo non influisce solo sulle performance, ma può anche causare conseguenze emotive negative, come frustrazione e stanchezza.

Ce ne parla la dott.ssa Cristina Di Nardo, psicoterapeuta e neuropsicologa presso Humanitas PsicoCare e Humanitas Medical Care Torino Principe Oddone.

Il mind-wandering e le emozioni negative

Alcuni studi hanno osservato che, durante le emozioni negative, si tende ad incrementare il mind-wandering. Tuttavia, uno studio del 2010 pubblicato su Science, ha rilevato che il mind-wandering può essere la causa stessa delle emozioni negative. In altre parole, mentre è comune passare rapidamente da un pensiero all’altro durante momenti di stress o tristezza, questo vagare mentale può generare sentimenti negativi.

La natura del mind-wandering

Il mind-wandering è un processo naturale. La nostra mente è predisposta a passare facilmente da un pensiero all’altro, specialmente quando eseguiamo attività automatiche che non richiedono piena concentrazione. Ad esempio, mentre guidiamo, una parte delle nostre energie mentali rimane libera di vagare. Questo può accadere anche durante un viaggio in metropolitana, prima di addormentarsi, o quando ascoltiamo qualcuno che non ci interessa particolarmente.

Impatto del mind-wandering sulle nostre attività quotidiane

Il mind-wandering può influire negativamente sulla capacità di concentrazione, specialmente durante compiti impegnativi. È difficile, ad esempio, rimanere concentrati su una lettura complessa se la mente è costantemente distratta da altri pensieri.

Inoltre, l’attività mentale, come qualunque altra attività fisica, consuma energie: quando siamo preoccupati e continuiamo a rimuginare sui nostri dubbi, potremmo arrivare a fine giornata stanchi a causa del dispendio energetico che si è aggiunto alle nostre normali attività quotidiane.

Gestione del mind-wandering

Per gestire il mind-wandering, si possono adottare diversi metodi. Secondo recenti studi, quelli più efficaci sono i training di mindfulness, l’aumento della consapevolezza riguardo i propri pensieri ed il coinvolgimento in attività:

1. Training di mindfulness

Quando il mind-wandering provoca emozioni negative o pensieri dolorosi, la mindfulness aiuta a rimanere nel presente, a focalizzarsi sulle situazioni attuali, dirigendo la propria attenzione verso ciò che sta accadendo nel “qui ed ora”, aiutando a mantenere la concentrazione e a raggiungere uno stato d’animo più sereno.

Diversi studi hanno dimostrato che i training di mindfulness riducono il tempo occupato dal mind-wandering, aumentando la capacità di attenzione e migliorando le performance (Smallwood & Schoooler, 2015). Ad esempio, un breve esercizio di focalizzazione sul proprio respiro può ridurre gli errori di distrazione in compiti di vigilanza attentiva (Mrazek et al., 2012b).

2. Monitoraggio regolare del contenuto dei propri pensieri

Il monitoraggio regolare del contenuto dei propri pensieri può ridurre gli episodi di mind-wandering. Fare regolarmente il punto della situazione tra i propri pensieri permette di identificare e controllare il vagabondaggio mentale, riducendone gli effetti negativi.

3. Tenersi impegnati in attività coinvolgenti

Impegnarsi in attività coinvolgenti è uno dei metodi più efficaci per contrastare il mind-wandering. Il tipo di attività varia da persona a persona e dovrebbe essere scelto in base ai propri interessi e attitudini. Attività come la lettura, il giardinaggio, l’esercizio fisico, la pittura, possono aiutare a mantenere la mente occupata e ridurre il vagabondaggio mentale.

Bibliografia

Killingsworth, M.A., Gilbert, D. T. (2010), “A wandering mind is an unhappy mind”, Science, Vol. 330, Issue 6006: 932.

Smallwoos, J., Schooler, J.W. (2015), “The science of mind wandering: empirically navigating the stream of consciousness”, Annual Review of Psychology, Vol. 66: 487-518.

Mrazek, M.D., Smallwood, J., Schooler, J.W. (2012b), “Mindfulness and mind-wandering: finding convergence through opposing constructs”, Emotion, 12(3): 442-448.

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