Come si comporta una persona con disturbo ossessivo compulsivo?

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è un disturbo mentale che colpisce circa il 2-3% della popolazione globale secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre. Studi scientifici indicano che i sintomi del DOC si manifestano spesso in adolescenza o nella prima età adulta, e senza un trattamento adeguato, il disturbo tende a cronicizzarsi. 

Ma come si comporta una persona con disturbo ossessivo compulsivo? Ne parliamo con la dottoressa Silvia Negrin, psicologa presso Humanitas Psicocare

Come si comporta una persona con Disturbo Ossessivo Compulsivo?

Le persone con disturbo ossessivo compulsivo spesso sperimentano pensieri intrusivi e persistenti, noti come ossessioni, che generano ansia e disagio. Per cercare sollievo, mettono in atto comportamenti ripetitivi o rituali, detti compulsioni. Questi meccanismi non offrono una soluzione duratura, ma servono temporaneamente ad alleviare la tensione emotiva.

Esempi comuni includono:

  • Controllo eccessivo: verificare ripetutamente che porte e finestre siano chiuse.
  • Pulizia ossessiva: lavarsi le mani o pulire la casa in modo compulsivo per paura di contaminazioni.
  • Ordine e simmetria: organizzare oggetti in un ordine specifico, spesso accompagnato da un bisogno irrazionale di perfezione.

I meccanismi del Disturbo Ossessivo Compulsivo: ossessioni e compulsioni

Il DOC si basa su due elementi chiave:

  • Ossessioni: pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e indesiderati che causano disagio. Le ossessioni comuni includono la paura di essere contaminati, dubbi eccessivi (es. “Ho spento il gas?”), pensieri aggressivi o tabù.
  • Compulsioni: azioni ripetitive o rituali mentali messi in atto per ridurre l’ansia causata dalle ossessioni. Possono essere comportamenti visibili (come lavarsi le mani) o rituali mentali (ripetere frasi o numeri nella mente).

Tipi di ossessioni e compulsioni

Esistono diverse forme di DOC, ognuna caratterizzata da tipi specifici di ossessioni e compulsioni:

  • DOC da contaminazione: paura eccessiva di sporco, germi o malattie.
  • DOC da controllo: bisogno di controllare più volte azioni quotidiane.
  • DOC di accumulo: difficoltà nel buttare oggetti, anche inutili.
  • DOC di ordine e simmetria: ossessione per l’ordine e il posizionamento perfetto.
  • DOC di natura aggressiva o tabù: pensieri intrusivi di tipo violento o moralmente inaccettabile.

Cosa causa il disturbo ossessivo compulsivo?

Le cause del disturbo non sono del tutto comprese, ma si ritiene che siano influenzate da molteplici fattori:

  • Fattori genetici: studi su gemelli e famiglie hanno evidenziato una componente ereditaria significativa nel DOC.
  • Squilibri neurochimici: alterazioni nella trasmissione della serotonina, un neurotrasmettitore cruciale per la regolazione dell’umore e dell’ansia, sono spesso riscontrate nelle persone con DOC.
  • Disfunzioni cerebrali: ricerche di neuroimaging mostrano iperattività in specifiche aree cerebrali, come la corteccia orbitofrontale e i gangli della base, implicate nei meccanismi di controllo e decisione.
  • Esperienze traumatiche o stressanti: eventi significativi, come abusi o perdite, possono innescare o peggiorare i sintomi del DOC in soggetti predisposti.
  • Tratto di personalità caratterizzato da perfezionismo, scrupolosità e cura eccessiva per i dettagli, tendenza al continuo controllo, coartazione dell’espressione emozionale e senso di inadeguatezza.
  • Fattori ambientali: infezioni pediatriche, come lo streptococco, sono state associate a un aumento del rischio di DOC in alcuni casi (sindrome PANDAS).

I trattamenti del disturbo ossessivo compulsivo

Il DOC è una condizione trattabile, e molte persone traggono beneficio da un intervento psicologico mirato. Tra i trattamenti più efficaci troviamo:

Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT): concentra sulla ristrutturazione dei pensieri disfunzionali e sull’esposizione graduale alle ossessioni senza ricorrere a compulsioni. Una tecnica fondamentale è l’esposizione con prevenzione della risposta (ERP), che consiste nell’esporsi progressivamente a situazioni che scatenano ansia (es. toccare oggetti considerati contaminati) senza mettere in atto rituali compulsivi. L’ERP aiuta a ridurre gradualmente l’ansia associata agli stimoli temuti e a rompere il ciclo ossessione-compulsione. Lesposizione comportamentale si verifica in maniera graduale e gerarchica, laddove gli stimoli che provocano meno paura vengono evocati per primi. Gli esercizi di esposizione possono essere messi in pratica durante una sessione (e assegnati al paziente come dei compiti per casa) attraverso una guida dal vivo o in immaginazione nella sala terapia. Durante l’esposizione dal vivo, il terapeuta porta realmente il paziente a confrontarsi con le sue paure e agli stimoli che ne sono causa. Ad esempio, a un paziente con la paura di contaminarsi potrebbe essere richiesto di toccare un oggetto sporco per qualche minuto senza potersi lavare le mani finchè diminuisce la sua ansia. Un’altra tecnica comune e diffusa è la desensibilizzazione sistematica. La desensibilizzazione sistematica implica l’esposizione graduale all’oggetto della fobia (per esempio, i ragni) e quello rilassante (ad esempio, il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson). In pratica, si tratta di individuare quelle caratteristiche che possono creare ansia in modo dettagliato dell’oggetto della fobia ad esempio: grandezza, forma, colore e altro ancora. Dopo aver individuato le caratteristiche dello stimolo e scelto su quale lavorare è importante ordinare da quello più facilmente tollerato a quello che crea più ansia. In seguito, quando la persona riesce ad immaginare nitidamente lo stimolo proposto, gli si chiede il livello di ansia provato immaginando o esponendosi finché la persona non comunica di aver provato un livello di ansia pari a zero. Successivamente, si ripete la stessa procedura aumentando l’intensità dello stimolo secondo la classifica precedentemente creata.

Infine, la ristrutturazione cognitiva: è un’altra componente importante della terapia cognitivo comportamentale per il DOC. Questa tecnica si concentra sul riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali che alimentano l’ansia e le ossessioni. La terapia aiuta i pazienti a identificare i pensieri distorti o irrazionali e a sostituirli con pensieri più realistici e razionali. Ad esempio, una persona con disturbo ossessivo compulsivo potrebbe avere il pensiero ossessivo di aver causato un danno ad altri, anche quando non c’è evidenza di ciò. Con la ristrutturazione cognitiva, il terapeuta attraverso esercizi mirati, aiuta il paziente a riconoscere le distorsioni cognitive e a sostituirle con pensieri più equilibrati e razionali. Questo aiuta a ridurre la presa delle ossessioni e a migliorare la gestione emotiva.

La consapevolezza, o mindfulness, è un’altra componente chiave della terapia cognitivo comportamentale per il DOC (p.e., Cludius et al., 2020). Si rivela particolarmente utile per osservare i pensieri intrusivi senza giudicarli o reagire, riducendo il loro impatto emotivo ed essere più consapevoli nel presente. La mindfulness permette il distanziamento dai propri pensieri e la non azione quando arriva un pensiero o un impulso a mettere in atto uno specifico comportamento (Strauss et al., 2018). Nello studio di Key e collaboratori (2017) un gruppo di pazienti, che non avevano sperimentato una marcata riduzione dei sintomi dopo il trattamento di terapia cognitivo comportamentale, è stato inserito in un programma di Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT). I risultati hanno mostrato la presenza di significativi miglioramenti nei sintomi riportati da questi pazienti. 

ll DOC comporta molto stress e ansia, e tecniche di rilassamento  come la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare (Jacobson) o il Training Autogeno (Schultz), aiutano a ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico, favorendo uno stato di calma. È fondamentale per il paziente che riesca a trovare una tecnica di rilassamento che funzioni in base ai propri bisogni.

La terapia cognitivo comportamentale è un approccio altamente efficace per il disturbo ossessivo compulsivo. Attraverso tecniche come l’esposizione e prevenzione della risposta, la ristrutturazione cognitiva e la pratica della mindfulness, i pazienti possono imparare a gestire le loro ossessioni e compulsioni in modo più sano e funzionale. 

  • Abramowitz, J. S., Taylor, S., & McKay, D. (2023). The Nature and Treatment of Obsessive-Compulsive Disorder. Journal of Clinical Psychology, 79(2), 345-360. Disponibile su: https://doi.org/10.1002/jclp.23456.
  • Cludius B., Landmann S., Rose N., Heidenreich T., Hottenrott B., Schroder J. et al. (2020). Long-term effects of mindfulness-based cognitive therapy in patients with obsessivecompulsive disorder and residual symptoms after cognitive behavioral therapy: Twelve-month follow-up of a randomized controlled trial. Psychiatry Research, 291, 113–119.

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