Christmas Blues, come affrontare la depressione natalizia?

Il Natale si avvicina e le città si riempiono di luci e decorazioni. Per alcuni è il periodo più bello dell’anno ma per altri – una persona su due – è uno dei più tristi. Il motivo potrebbe essere il Christmas Blues, una vera e propria forma di depressione che tende ad aumentare in prossimità delle feste, compreso il Natale.

Ce ne parla il dott. Pietro Ramella, Psicologo e Psicoterapeuta di PsicoCare.

Perché si prova tristezza durante le festività?

Esistono tanti motivi che possono portare alcune persone ad essere più tristi durante le feste, soprattutto a Natale quando ci si sente quasi obbligati ad essere felici e la solitudine – specie per le persone sole, per chi non ha molti amici o ha perso recentemente un proprio caro, per gli anziani o le categorie più fragili che non possono stare in mezzo alla gente – tende a farsi sentire di più.

Il Natale poi è spesso tempo di bilanci emotivi su ciò che avremmo voluto e che abbiamo fatto. Inoltre, i festeggiamenti possono portare ad una serie di fattori di stress (come cucinare, pulire la casa, affrontare cene di famiglia, cercare i regali di Natale, pensare alle vacanze invernali), minor lavoro in ufficio e più tempo libero che non si sa sempre come utilizzare.

Come si manifesta la depressione natalizia?

I sentimenti possono manifestarsi in modo diverso da persona a persona; tuttavia, ce ne sono alcuni comuni, come l’abbassamento del tono dell’umore, che può presentarsi con:

·  tristezza/demoralizzazione/senso di vuoto (non giustificati da eventi quotidiani)

·  abbassamento del livello di motivazione/interesse/piacere a fare le cose 

·  cambiamenti nella qualità e durata del sonno e/o dell’appetito

·  ansia/stress

·  affaticamento e mancanza di energia/difficoltà di concentrazione non giustificati dalle attività svolte durante la giornata

·  senso di frustrazione/incremento dell’irritabilità

·  sensazione di solitudine

Come combattere la solitudine durante le feste?

Prima di pensare a “combattere” la solitudine è utile capire di che tipo di solitudine stiamo parlando, sfatando il “mito” che a Natale sia obbligatorio essere circondati da numerose persone che ci vogliono bene (potremmo sentirci soli anche in una stanza piena di gente così come potremmo sentirci in compagnia anche solo con un singolo amico) e di che cosa pensiamo di aver bisogno per stare meglio.

L’abbassamento dell’umore che può comparire durante le festività natalizie non sempre è associato esclusivamente al senso di solitudine ma potrebbe avere una causa multifattoriale che trova origine nella storia di vita della persona e non solo nel Natale presente.

Sicuramente nel caso in cui si percepisce solitudine, associata a sentimenti di tristezza, demoralizzazione, senso di vuoto, e altri sintomi sopra descritti, la cosa più efficace potrebbe essere quella di iniziare a costruire un “piano” per mettere in atto un processo di “problem solving”, cercando la condizione che potrebbe farci sentire meglio o il tipo di compagnia di cui sentiamo di aver bisogno.

A seconda della risposta a questa domanda sarà quindi utile capire come poter trovare questo tipo di risorse, ricontattando vecchi amici, conoscendone di nuovi, accettando un invito fuori dalla nostra “comfort zone”, o addirittura evitando di obbligarci a stare in mezzo alla gente solo perché pensiamo che “a Natale non bisogna stare soli”.

Come affrontare la depressione a Natale?

Se non è la solitudine il problema, bisogna tornare a considerarlo come multifattoriale.

L’abbassamento del tono dell’umore o la presenza di alcuni dei sintomi sopra descritti (ricordiamo tuttavia che la “depressione natalizia” potrebbe presentarsi in modi molto diversi per ognuno di noi), possono essere gestiti con strategie comportamentali e cognitive di vario tipo.

Sicuramente la solitudine può incrementare l’abbassamento dell’umore, motivo per cui potrebbe essere fondamentale ricercare il supporto di amici e familiari. Allo stesso tempo però non dobbiamo “obbligarci” a stare con persone con cui sappiamo già che non ci troveremmo bene o a nostro agio (“buttarci a capofitto “ in feste e cenoni senza che vi siano persone con cui abbiamo un reale legame potrebbe a volte anche essere controproducente). 

Altro elemento fondamentale riguarda l’assunzione di alcol (e di sostanze stupefacenti): il loro uso eccessivo rischia che non siano più solo accessori secondari ad un quadro di festa ma vengano usati per regolare le nostre emozioni, come fossero dei farmaci, con il pericolo – a lungo termine – di fare del male a sé o agli altri (sia fisicamente che emotivamente). 

Concludendo, per cercare di regolare il nostro umore durante le festività, proviamo a domandarci: “La solitudine sta peggiorando la situazione?”, “Siamo distanti da alcol e sostanze?”, “Quali attività potrebbero aiutarci a stare meglio?”. Questo non significa per forza raggiungere la perfezione, la felicità assoluta, l’euforia, ma semplicemente accettare questa difficoltà attivamente, ricordandoci che tutto ha un inizio e una fine, anche il Natale.

Quando è necessario consultare uno specialista?

Quando i sintomi descritti iniziano a manifestarsi con frequenza e intensità elevata, quando notiamo (o ci viene fatto notare) che il nostro umore rimane deflesso per la maggior parte del giorno per molti giorni consecutivi (ad esempio, 2 settimane di umore basso per la maggior parte del giorno tutti i giorni); quando perdiamo interessi o piacere nel fare le cose che prima ci piaceva fare; quando notiamo cambiamenti nell’appetito, nelle ore di sonno e nella loro qualità; quando ci sentiamo irritabili o agitati; quando, in assenza di sforzi fisici, ci sentiamo affaticati e senza energie; quando notiamo un incremento del senso di colpa o un’autosvalutazione non comprensibili alla luce degli eventi di vita; quando facciamo fatica a concentrarci o abbiamo pensieri riguardanti la morte, è consigliabile chiedere il parere di uno psicologo o psichiatra facendo anche solo una prima visita psicologica/psichiatrica.

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