Che cosa si intende per fobia specifica?

La fobia specifica è un tipo di disturbo caratterizzato dalla paura e dall’ansia scatenate da uno stimolo specifico, come una situazione o un oggetto particolare che non rappresenta una minaccia reale secondo il buon senso comune.

Per qualificarsi come una fobia specifica, anziché una semplice paura, occorre vi siano alcune caratteristiche, come:

·  Persistenza: la paura deve essere costante anche se dipende dal verificarsi dell’esposizione (come la paura per i serpenti africani, se vivi in Italia hai un rischio minore di incontrarli);

·  Intensità: la paura o l’ansia devo essere intense o gravi, talvolta accompagnate da attacchi di panico;

·  Comportamenti evitanti: la persona adotta comportamenti di evitamento che interferiscono con la sua vita quotidiana;

·  Sproporzione: i comportamenti evitanti e la paura sono sproporzionati rispetto al pericolo derivante dall’esposizione.

Mentre molte persone possono sperimentare semplicemente delle fobie, pochi soggetti sviluppano un vero disturbo fobico che interferisce con il funzionamento socio-lavorativo.

Ce ne parla il dott. Francesco Cuniberti, medico psichiatra, specialista in disturbi depressivi, d’ansia e di panico, presso Humanitas PsicoCare e Humanitas Principe Oddone a Torino.

Che cos’è la fobia specifica?

La fobia specifica è causata da una paura intensa e irrazionale scatenata da una particolare situazione o un determinato oggetto.

Bisogna quindi identificare l’elemento scatenante nelle diverse situazioni, anche se solitamente il paziente fobico è consapevole di quale sia l’oggetto/situazione legato alla sua fobia e quindi è piuttosto semplice riconoscerlo.

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), una persona ha una fobia specifica quando:

·  La persona ha una marcata paura o ansia riguardo a un oggetto o una situazione specifica (ad esempio, volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione o vedere sangue).

·  L’oggetto o la situazione fobica provoca quasi sempre paura o ansia immediate e viene attivamente evitato o sopportato con intensa paura o ansia sproporzionate rispetto al pericolo reale rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifica e dal contesto socioculturale.

·  Sono presenti quattro sottotipi specifici di fobia, legati a:

1. Animali (cani, ragni, serpenti)

2. Eventi ambientali o naturali (altezza, temporali, acqua)

3. Sangue, lesioni, ferite. Sono le uniche situazioni in grado di scatenare l’equivalente della risposta di freezing che è il contrario della tipica reazione di lotta o fuga che caratterizza le reazioni d’ansia. Inoltre sono associate a risposte vaso-vagali con episodi di svenimento.

La fobia specifica verso gli animali o eventi ambientali/naturali esordisce generalmente durante l’infanzia ed è associata ad una risposta fobica accompagnata da tachicardia, tremore, aumento di frequenza respiratoria.

La fobia specifica legata a sangue, infezioni e ferite ha un’alta familiarità ed è spesso caratterizzata da un’imponente risposta vaso-vagale. Unica possibilità di avere paura e di stare anche male.

Infine, vi è una fobia di tipo situazionale (come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, luoghi chiusi) che ha un picco d’esordio durante l’infanzia e verso i 25 anni.

Per la diagnosi, i sintomi devono essere presenti per almeno 6 mesi e causare un disagio clinicamente significativo o una compromissione in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti per la persona

Ad esempio, la fobia dei cani, se non arriva ad impedire di uscire di casa o a evitare luoghi o situazioni dove potrebbe esserci un qualsiasi tipo di cane, rimane una semplice fobia e non un vero e proprio disturbo.

Quanto è diffusa la fobia specifica?

La fobia specifica rappresenta uno dei disturbi d’ansia più comuni a livello mondiale, con stime che oscillano tra il 7,4 e il 14% tra gli adulti. In Italia, un recente studio ha evidenziato una prevalenza del 2,3% tra la popolazione.

Le donne, generalmente, sono le più colpite (fino a due volte di più rispetto agli uomini). L’esordio è tipicamente giovanile, ma ci sono casi documentati anche in tarda età. Una volta sviluppata, la fobia specifica tende a persistere per tutta la vita ed è spesso associata al rischio di sviluppare altri disturbi psichiatrici.

Quali sono i sintomi della fobia specifica?  

I sintomi della fobia specifica compaiono quando la persona si trova esposta all’oggetto o alla situazione fobica. La reazione può variare di volta in volta, a seconda del contesto: lieve, quando il soggetto può trovarsi davanti un tenero cagnolino portato a spasso da una persona; intensa, quando ci si trova davanti ad un cane grande e aggressivo senza guinzaglio. Quando diventa un vero e proprio disturbo, l’intensità è sproporzionata e causa forte sofferenza anche davanti al più docile cagnolino: la persona lo percepisce come un vero e proprio potenziale pericolo.

La reazione fobica può avvenire in due modi:

1. Crisi fobiche: si manifestano quando l’individuo è esposto direttamente all’oggetto o alla situazione che teme (sono caratterizzate da una forte attivazione neurovegetativa e neuromuscolare) o al solo pensiero/evocazione dell’oggetto/situazione temuta.

2. Condotte di evitamento/fuga: sono comportamenti patologici adottati dal soggetto per evitare o fuggire alla situazione fobica, caratterizzati da reazioni marcate, che spesso vengono percepiti come bizzarri da chi non conosce la causa sottostante, ed interferiscono con il quotidiano della persona che ne soffre.

Quali sono le differenze tra paura e fobia?

Paura: è determinata da un oggetto e/o da una situazione che inducono lo stesso tipo di reazione d’allarme (anche se con diversa intensità), nella maggior parte delle persone.

Fobia: è provocata da un oggetto e/o da una situazione nota che tuttavia non inducono lo stesso tipo di reazione d’allarme nella maggior parte delle persone.

Come viene gestita la fobia specifica?

Il trattamento della fobia specifica ha mostrato con ottimi risultati, anche tassi di risposta che possono superare l’80%. La gestione di questo disturbo può avvalersi di diverse strategie che vengono adattate alle esigenze e all’intensità della sintomatologia del singolo paziente.

Tra queste troviamo:

  • Psicoterapia, in particolare quella cognitivo/comportamentale che può avvalersi anche, nel percorso di cura, di esposizioni allo stimolo fobico su cui lavorare per gestire la paura e la sintomatologia ansiosa associata. Esistono tre tipi di esposizioni:
  1. Esposizione in vivo (sembra essere l’intervento più efficace per un’ampia varietà di fobie e alcuni studi hanno ottenuto un tasso di risposta compreso tra l’80 e il 90%)
  2. Esposizione immaginativa
  3. Esposizione tramite realtà virtuale (VR) o realtà aumentata (AR), quindi con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Nella VR il paziente sperimenta la situazione di paura in un ambiente completamente artificiale simulato da un programma per computer. Al contrario, l’AR crea un ambiente immersivo in cui lo stimolo temuto bersaglio viene potenziato digitalmente e combinato con altri aspetti dell’ambiente di vita reale.
  • Terapia farmacologica, è necessaria quando l’intensità è tale da bloccare il paziente

FONTI: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6407652/; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32226611/; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38097804/

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