Il bed rotting (che letteralmente significa “marcire a letto”), ovvero lo stare a letto per tante ore, mangiando, bevendo, guardando film, giocando o semplicemente rimanendo ad occhi chiusi, è il nuovo fenomeno di Tik Tok che negli ultimi mesi è diventato virale sul web. Ma che cos’è esattamente? Relax o sintomo di depressione? Voglia di staccare da tutti o isolamento sociale? Prendersi cura di sé o il contrario?
Ne parliamo dott.ssa Elisa Morrone, psicologa e psicoterapeuta, esperta in disturbi del sonno, di PsicoCare.
Che cos’è il bed rotting?
Il Bed rotting è il nuovo fenomeno legato ai social, soprattutto Tiktok, che prevede lo stare a letto in isolamento da tutto il resto. Mangiare, bere, studiare, parlare, giocare sempre e solo a letto. Interessa soprattutto la fascia degli adolescenti, che hanno risentito di più del lockdown e della mancanza di possibilità di sviluppare abilità sociali, ma inizia a diffondersi anche negli adulti, specialmente tra chi lavora in smartworking.
Perché il bed rotting è così frequente?
Il periodo pandemico ha velocizzato lo sviluppo della tecnologia, ma ci ha privato della socialità, della condivisione, ci ha insegnato che queste sono attività che possiamo fare anche online e spesso proprio dal letto, a volte anche per mancanza di spazio. A volte ciò accade perché ci sembra più comodo, altre volte, invece, cela una difficoltà nell’interazione con gli altri, un sintomo di un disturbo dell’umore, una poca attenzione a prendersi cura di sé stessi.
Perché potrebbe essere un sintomo di depressione o fobia sociale?
Il nostro organismo e la nostra mente hanno bisogno di stimoli, di interazione per crescere e mantenersi attivi, lo stare a letto porta a rallentare le nostre connessioni cerebrali e ad aumentare anche il rischio di difficoltà cognitive, ma non solo. Una delle caratteristiche della depressione è la mancanza di piacere nel fare le cose che prima ci rendevano felici, il paziente smette di fare qualsiasi cosa (persino lavarsi e prendersi cura di se stesso) ed è proprio per questo che il bed rotting non va sottovalutato o giustificato. Più si sta a letto, più si fa fatica ad uscire dal letto e riprendere in mano la propria vita. Il bed rotting può anche essere un sintomo di fobia sociale, ovvero la paura di interagire con gli altri, la paura del giudizio che possono condurre fino al ritiro o ad un isolamento sociale vero e proprio. Non a caso infatti, sono proprio i pazienti con fobia sociale ad aver vissuto meglio il periodo di lockdown: erano giustificati ad evitare le situazioni temute.
Il bed rotting ha effetto anche sul sonno?
Purtroppo, anche per il sonno il bed rotting non è positivo: primo perché uno dei meccanismi che controlla il nostro sonno è legato alle attività che facciamo durante il giorno (più ci stanchiamo e più stiamo svegli, più abbiamo probabilità di dormire bene di notte). Inoltre, numerose ricerche scientifiche ci hanno dimostrato che il nostro cervello riposa in modo diverso durante la notte con delle differenza anche tra le varie aree dell’encefalo proprio sulla base delle attività che svolgiamo durante il giorno; per esempio, se durante la giornata siamo impegnati in compiti di attenzione e programmazione, durante la notte le aree del cervello che controllano queste attività dedicheranno molto più tempo al sonno profondo. Al contrario, se durante il giorno passiamo molto tempo in modo passivo, inattivo, utilizziamo poco il mio cervello e di notte dormiremo male.
Il bed rotting porta anche a dormicchiare durante la giornata e anche questo influisce negativamente sul sonno, perché non solo non ci si stanca ma si ruba anche una parte del sonno notturno implicando insonnia o ritardo a fase di addormentamento con sviluppo di circoli viziosi patologici o poco funzionali.
Quindi il bed rotting è da evitare in assoluto?
Direi che non c’è bisogno di evitarlo in assoluto, può essere anche un momento per recuperare, rilassarsi, coccolarsi ma se diventa routine, se incide sulla nostra socialità, sul nostro sonno o umore, allora va interpretato come un campanello di allarme. Meglio chiedere aiuto ad uno specialista al fine di capire se è sintomo di un disturbo e quindi intervenire con trattamenti adeguati.
Il trattamento cosa prevede?
Dipende sicuramente dalla diagnosi: sarà lo specialista a decidere come intervenire; a volte può bastare un percorso rieducativo, a volte di psicoterapia altre volte anche l’assunzione di terapia farmacologica, saranno comunque gli specialisti a scegliere il miglior trattamento per il singolo paziente.
In quali altri modi possiamo rilassarci e ricaricare le batterie?
Di seguito alcune alternative al bed rotting, per rilassarsi nel modo giusto:
- Passare un po’ di tempo in mezzo alla natura, facendo una bella passeggiata, attività fisica o un pic nic
- Chiudere i dispositivi elettronici e aprire un libro, o cercare un passatempo che aiuti a “staccare” per qualche ora al giorno
- Fare yoga o praticare tecniche di rilassamento e meditazione per rilassare la mente e ristabilire una connessione con il corpo
- Cercare di passare più tempo con le persone che si amano
- Cercare di mantenere una routine quotidiana stabile che preveda attività sportiva (anche solo una passeggiata)
- Anche se siamo in smartworking bisognerebbe prepararsi come se si dovesse andare a lavoro, prevedere delle pausa, fare un po’ di stretching tra una riunione e l’altra, cercare di stare alla luce del sole: magari facendo colazione fuori o sul balcone
- Chiudere la giornata staccando totalmente il contatto con il mondo lavorativo e anche social media e dedicarsi ancora una volta ad una bella passeggiata