Ansia e stress, quali sono le differenze?

Ansia e stress sono due termini spesso utilizzati in modo intercambiabile, ma rappresentano condizioni distinte con caratteristiche specifiche. Comprendere le differenze è fondamentale per affrontare efficacemente entrambi i problemi.

Ce ne parla la dott.ssa Silvia Negrin, psicologa presso Humanitas Piscocare.

Che cos’è l’ansia?

L’ansia è una risposta emotiva caratterizzata da una preoccupazione riguardo a situazioni future percepite come incerte o rischiose, spesso è associata a tensione muscolare e al comportamento di evitamento. È una parte integrante del nostro essere in quanto ci preserva dai pericoli e ci aiuta ad adattarci ai cambiamenti in maniera efficiente.

Quali sono i sintomi dell’ansia?         

Le manifestazioni possono essere differenti da persona a persona e variare in intensità a seconda della situazione, coinvolgendo non solo la sfera emotiva, ma anche quella fisica e comportamentale.  

Esistono quattro principali tipologie di sintomi: fisici, comportamentali, emozionali e cognitivi.

  • Sintomi fisici: palpitazioni o battito cardiaco accelerato, sensazione di mancanza d’aria, sudorazione eccessiva o tremori, sensazione di vertigini o svenimenti, dolore o tensione muscolare, sintomi gastrointestinali e sensazione di intorpidimento o formicolio nelle mani o nei piedi.
  • Sintomi emotivi: paura irrazionale o preoccupazione costante, sensazione di nervosismo o agitazione, difficoltà di concentrazione o di attenzione, sensazione di impotenza o di perdita di controllo e irritabilità.
  • Sintomi comportamentali: evitamento di situazioni o attività che potrebbero scatenare l’ansia, difficoltà nel dormire o nel riposare adeguatamente, iperattività o ipoattività e la tendenza a isolarsi dagli altri o ad evitare interazioni sociali.
  • Sintomi cognitivi: preoccupazione costante per eventi o situazioni futuri, la difficoltà nel concentrarsi o nel prendere decisioni e la tendenza a sovrastimare i pericoli e prevedere tutti gli scenari possibili catastrofici.

L’ansia può essere una reazione temporanea a uno stimolo stressante o può essere una condizione cronica che richiede un intervento più approfondito.

Da cosa è causata l’ansia?

L’ansia può essere causata da una varietà di fattori, che spesso interagiscono tra loro in modi complessi:

  • Fattori genetici: individui con una storia familiare di ansia hanno dimostrato di avere un rischio maggiore di sviluppare a loro volta tali disturbi.
  • Fattori ambientali: l’esposizione a eventi stressanti o traumatici, il contesto familiare e le dinamiche relazionali disfunzionali, fattori legati all’ambiente sociale e culturale, come pressioni sociali, aspettative culturali o discriminazioni, possono contribuire all’ansia.
  • Fattori psicologici legati a una personalità più ansiosa connotata da perfezionismo e schemi cognitivi: possono amplificare la percezione del pericolo e influenzare negativamente la gestione dello stress.
  • Presenza di determinate condizioni fisiche e patologiche.                             

Che cos’è lo stress?

Lo stress è una risposta fisiologica e psicologica alle pressioni quotidiane, a compiti percepiti dall’individuo come eccessivi. Tuttavia, non ha solo un significato negativo, perché ci permette di adattarci e affrontare le richieste dell’ambiente. Esistono due tipi di stress:

  • Stress positivo (eustress): ci aiuta a trovare la motivazione, a migliorare la nostra produttività e a raggiungere i nostri obiettivi.
  • Stress negativo (distress): si presenta quando una persona percepisce una situazione di minaccia o di pericolo. Provoca sintomi psicofisici come insonnia, mal di testa, irritabilità, senso di frustrazione, di stanchezza, influenzando sia la salute mentale che quella fisica.

Da cosa può essere causato lo stress?

Le cause dello stress possono essere varie e includere: pressioni lavorative, problemi finanziari, relazioni interpersonali difficili e cambiamenti significativi nella vita. Lo stress diventa dannoso quando interferisce con la nostra capacità di affrontare al meglio la vita. In questi casi si parla di stress cronico. Questa condizione è estremamente dannosa per la salute e può portare a una serie di problemi di salute, tra cui disturbi del sonno, problemi cardiaci, disturbi gastrointestinali e disturbi d’ansia.

È tuttavia utile individuare alcuni fattori che risultano tipicamente stressanti per la maggior parte delle persone, come il matrimonio, la nascita di un figlio o un nuovo lavoro, la morte di una persona cara, una separazione o il pensionamento.

Ansia e stress si possono curare allo stesso modo?

Molte tecniche di gestione dello stress possono essere utili anche per trattare l’ansia patologica e viceversa. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è uno dei trattamenti più efficaci per i disturbi d’ansia e può aiutare anche nella gestione dello stress, sfruttando le tecniche di rilassamento.

Tecniche efficaci per la gestione dello stress:

  • La respirazione diaframmatica (o respirazione addominale o profonda): è una tecnica di respirazione che coinvolge l’uso del diaframma, il muscolo principale della respirazione situato sotto i polmoni. Questa tecnica stimola il nervo vago, che a sua volta attiva il sistema nervoso parasimpatico, responsabile delle risposte di rilassamento e di distensione. Riduce gli effetti nocivi del cortisolo (l’ormone dello stress) sul corpo, contrastando gli effetti del sistema nervoso simpatico che è attivo durante le situazioni di stress, rallenta la frequenza cardiaca, abbassa la pressione sanguigna e regola il ritmo respiratorio promuovendo un maggiore senso di calma.
  • Il training autogeno: è una tecnica di rilassamento che si basa sulla concentrazione e sull’ auto-suggestione, sviluppata dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz nel 1932. Consiste in una serie di esercizi che si concentrano su diverse parti del corpo e si suddividono in due categorie principali: la pesantezza e il calore. Il training autogeno aiuta a ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, favorendo una maggiore calma e serenità, migliora il benessere psicofisico e la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, promuovendo una maggiore consapevolezza emotiva.
  • Il rilassamento muscolare progressivo: lo scopo di questa tecnica, sviluppata dal medico americano Edmund Jacobson negli anni ’20, prevede l’introduzione di modificazioni sul sistema neurovegetativo, con fasi di tensione-distensione muscolare che permettono di far rilassare tutti i muscoli del corpo in modo progressivo, dalle braccia fino alle gambe per promuovere il rilassamento del corpo e della mente.
  • La mindfulness (o consapevolezza, Jon Kabat-Zinn): è una pratica di meditazione che aiuta a ridurre lo stress aumentando la consapevolezza delle proprie sensazioni, pensieri ed emozioni senza cercare di cambiarli o reagire a essi.

Il trattamento farmacologico, combinato alla CBT, può aiutare significativamente nella gestione dei sintomi e a volte è determinante per lavorare sulle condizioni di mantenimento del disturbo.

Concludendo, mentre i trattamenti possono essere simili e sovrapposti, è importante valutare attentamente le specifiche esigenze e circostanze di ogni persona per determinare il miglior approccio per affrontare l’ansia, lo stress o entrambi.

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Fonti

https://link.springer.com/article/10.1007/s12144-021-01747-y

https://www.frontiersin.org/journals/psychology/articles/10.3389/fpsyg.2020.566659/full

https://www.cambridge.org/core/journals/psychological-medicine/article/abs/meditation-techniques-v-relaxation-therapies-when-treating-anxiety-a-metaanalytic-review/6F167C7F5B2A00CB2039C05E89F6E5C2#


[1] Liao et al., 2014; Asmundson e Taylor, 2020; Huang e Zhao, 2020; Lei et al., 2020; Mazza et al., 2020; Moghanibashi-Mansourieh, 2020; Ozamiz-Etxebarria et al., 2020; Özdin e Bayrak Özdin, 2020