Tutti noi trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo. In tanti pensano che sia una perdita di tempo; tuttavia, questo aspetto è fondamentale per la salute cognitiva e mentale.
La quantità e la qualità del sonno hanno infatti un profondo impatto sull’apprendimento e sulla memoria. Dormire consente al nostro organismo di recuperare tutte le energie necessarie per la sopravvivenza mentale: migliora l’apprendimento, la memoria e l’intuizione.
Per questo, non dormire a sufficienza, senza rispettare il proprio fabbisogno in numero di ore e qualità di sonno, può aumentare il rischio di disturbi fisici e mentali: in primis, per i bambini e i ragazzi e, di riflesso, per le loro famiglie, poiché le conseguenze possono influire sul benessere di tutti i membri del nucleo familiare, oltre ad avere effetti sul giovane stesso, come iperattività diurna e calo del rendimento scolastico (dovuto principalmente alla difficoltà di rimanere attenti e mantenere la concentrazione); irritabilità e problemi comportamentali (a causa della privazione del sonno).
Ne parliamo con la dottoressa Marcella Mauro e la dottoressa Elisa Morrone, specialiste di Humanitas PsicoCare.
Quali ripercussioni ha la mancanza di sonno sull’apprendimento?
La mancanza di sonno può avere diverse ripercussioni sull’apprendimento:
- Porta a una riduzione della vigilanza e della concentrazione: quando si è assonnati, si possono dimenticare e smarrire più facilmente le cose. Inoltre, è più difficile concentrarsi e prestare attenzione a ciò che, per esempio, accade a scuola.
- Compromette le capacità della memoria: le connessioni nervose che creano i nostri ricordi si rafforzano proprio mentre dormiamo (durante il sonno il nostro cervello sceglie cosa memorizzare e cosa invece eliminare). Diversi meccanismi legati alla memoria e soprattutto al consolidamento si attivano solo di notte e soprattutto con il sonno profondo, dormire meno e male non permette l’attivazione di tali meccanismi.
- Pregiudica la capacità di giudizio: prendere decisioni (valutando rischi e benefici ma anche ciò che è giusto e ciò che sbagliato) è più difficile perché non si riesce a valutare bene le situazioni e a scegliere il comportamento adeguato a quella situazione. Dormendo poco e/o male si diventa più impulsivi, si valuta in modo diverso la scelta, si è meno propensi a considerare le eventuali perdite, concentrandosi solo sulle ricompense.
- Produce cambiamenti non solo nel metabolismo cerebrale, nella cognizione, ma anche nelle emozioni e nel comportamento: quando si dorme poco anche l’umore tende a flettersi, incidendo anche sulla comprensione delle proprie e altrui emozioni, provocando incomprensioni, conflitti, litigi sia a casa che a scuola, con gli amici.
- Dormire poco e male influenza in negativo anche le prestazioni sportive, aumenta il rischio di incidenti e infortuni.
Quali fattori possono influire sul sonno?
I fattori che possono incidere sul sonno sono comportamentali, fisici e psicologici. Ne sono un esempio: uso dei device, videogiochi, social, telefono, ansia da prestazione, stress legato agli esami e alle interrogazioni, maggiore propensione alla tristezza, calo dell’umore, problemi di respirazione di notte, come il russamento o le apnee, movimenti delle gambe notturne, irregolarità nella funzionalità della tiroide.
Come aiutare bambini e ragazzi a dormire meglio?
Per creare un ambiente favorevole al sonno, è consigliabile:
- Dormire in un ambiente familiare
- Prendere un letto confortevole
- Mantenere una temperatura corretta nella stanza (molti bambini/ragazzi si svegliano di notte perché hanno troppo caldo o troppo freddo)
- Mantenere la stanza buia e silenziosa
- Spegnere luce di pc, cellulari e tablet
- Non associare al sonno un’emozione negativa (ad esempio, andare a letto per punizione)
- Andare a letto solo quando si è assonnati e a orari regolari.
Inoltre, occorre evitare alcune abitudini che potrebbero compromettere il sonno, come:
- Sonnellini eccessivi o tardivi, dopo le 16, durante il giorno
- Giochi e videogiochi dopo le 18 di sera (per evitare un’eccessiva eccitazione vicino al momento di andare a letto)
- Esercizio fisico a tarda sera
- Bevande contenenti caffeina o zuccheri a fine giornata
- Pensare ai problemi e ai progetti prima di andare a letto.
Quando il problema è cronico e incide sulla qualità di vita del bambino/ragazzo è opportuno chiedere l’aiuto di uno specialista.
I farmaci possono aiutare i bambini/ragazzi a dormire meglio?
Alcuni genitori ricorrono spesso all’uso della melatonina per aiutare i propri bambini/ragazzi a dormire meglio. Tuttavia, a oggi non ci sono studi scientifici che ne dimostrino la reale efficacia sul sonno e sul lungo termine. Sicuramente, la prima cosa da fare è la diagnosi, capire perché il bambino non dorme o dorme male, per poi scegliere la terapia migliore. Per l’insonnia e i disturbi del ritmo circadiano, il trattamento più adeguato e funzionale è quello psicoterapeutico cognitivo/comportamentale mirato al sonno. Un neuropsichiatra, un pediatra o lo specialista psicoterapeuta del sonno potranno fornirvi maggiori informazioni.